Nelle immagini virtuali 3 prototipi di filosnodati multiassi realizzati in Italia alla fine degli anni '30/inizio anni '40 del '900:
* Isotta-Fraschini/OMS/TIBB TS40 3 assi del 1937 per ATM Milano
* Isotta Fraschini/OMS/TIBB 18 3 assi del 1941 per ATAC Roma
* Alfa Romeo/Macchi/TIBB 110 AFS/5 5 assi del 1942.
Il filobus era in quel periodo il veicolo prediletto del regime (veloce, silenzioso, non inquinante), preferito al tram più lento e rumoroso ma anche più capiente.
Per questo era naturale che nascesse l'esigenza di realizzare rotabili filoviari sempre più grandi, a 2 casse e più assi.
Caratteristica peculiare di queste vetture erano i 2 assi estremi sterzanti che consentivano di inscrivere le curve con una certa precisione.
Spesso questi assi erano pure motori e questo si rivelò da subito una notevole limitazione per l'impossibilità di allora di mantenerli sincroni, riducendo molto le prestazioni dei veicoli e decretandone una lenta diffusione.
Il prototipo TS40 fu probabilmente il primo filobus articolato costruito in Italia.
Disponeva della cosiddetta "volta corretta", cioè un maggior grado di spostamento rispetto al bifilare.
Anche se aveva un lunghezza di soli 14 m ed un'articolazione molto rudimentale fu seguito anche da una piccola produzione di serie di 19 vetture (che avevano un frontale completamente diverso dal prototipo).
Il prototipo 8001 destinato alla rete romana disponeva dell'articolazione a "giostra urbinati" di derivazione tramviaria.
Aveva delle ottime prestazioni meccaniche ma non elettriche e quindi rimase esemplare unico fino alla sua radiazione, avvenuta nel 1953, dopo una dozzina di anni di servizio sporadico.
Fra i 3 prototipi c'era anche un gigante a 5 assi: il prototipo 110 AFS/5 (su telaio Alfa Romeo e carrozzeria Macchi) che con i suoi 21 metri di lunghezza era in grado di trasportate 180 passeggeri.
Rimase un esercizio accademico e non entrò mai in servizio su alcuna rete.
Già agli inizi degli anni '50 l'Alfa Romeo cominciò a presentare veicoli più prestazionali che consentirono di creare le prime piccole flotte.
Come ad esempio il 140 AFS con 13 veicoli per ATM Milano (del quale sono presenti 2 diverse modelli con diversa disposizione delle porte di accesso) ed addirittura 10 veicoli per la rete di Stoccolma (adattati per la guida a sinistra allora in vigore in Svezia).
Solo alla fine degli anni '50 con i veicoli FIAT 2472 e 2405 si ebbero le prime formazioni di flotte (anche cospicue come a Milano con 95 veicoli) in numerose città italiane (oltre Milano con il noto "Vibertone", anche Torino, Bologna, Verona e Venezia).
I rotabili di Milano furono impiegati per l'esercizio delle 2 linee circolari destra e sinistra, 90 e 91 rispettivamente, mentre quelle delle altre città su percorsi fondamentalmente extraurbani.